Vi racconterò dell’ospite inatteso e di come la salsiccia mi abbia salvato la vita… o per meglio dire, la cena. Ma partiamo da qualche considerazione personale sulle nostre abitudini in cucina.
Siamo italiani e questo è sempre stato per noi sinonimo di convivio. La cultura del cibo scorre nelle nostre vene e ci può capitare alle volte di essere troppo campanilisti nel definire la nostra come la cucina migliore al mondo, magari senza conoscere le eccellenze di altri paesi. Se diamo un occhio ai numeri, però, questo sentimento non si allontana molto dalla realtà: lo stivale vanta il più alto numero di prodotti DOP ed IGP in assoluto e tra questi si fregia ovviamente della più ampia varietà di prodotti tipici appartenenti al mondo della norcineria.
Quanti di noi intavolano un’intera conversazione con amici e parenti per condividere un’esperienza enogastronomica, o per aver provato quell’osteria, quel ristorante stellato? Se ci pensate, viviamo in un magma tumultuoso dove format televisivi e social network dettano il ritmo di una moda, sempre più estrosa, che ci travolge in qualsiasi aspetto della cucina, dandoci la possibilità di pontificare su prodotti, tecniche di preparazione, spezie esotiche fino ad arrivare alle diverse botaniche impiegate nella distillazione dei Gin… ormai siamo diventati dei “tecniconi”!
Andando più a fondo: quanti di noi hanno condiviso una ricetta che “ci è riuscita proprio bene?” Io personalmente distinguo i miei amici in due categorie: quelli che cucinano e quelli che non lo fanno. Quelli che ci mettono passione e dedizione e quelli che preparano qualcosa solo per togliersi il pensiero. Buone forchette, buonissime direi, ma non si cimentano più di tanto. Sono assidui frequentatori di ristoranti, però, e quindi hanno un gusto sofisticato.
Il tempo speso nella preparazione dei pasti è sempre più risicato, a maggior ragione se nelle famiglie si lavora, e anche tanto. Nessuno critica chi non spende troppo tempo ai fornelli, magari non gli piace cucinare. Inoltre, l’offerta nelle piccole botteghe come nei punti della grande distribuzione organizzata cavalca questa tendenza: sempre più spesso i loro banchi della gastronomia diventano offerta complessa di preparazioni solo da cuocere (o scaldare), addirittura confezionati in comode vaschette che possono andare in forno o nel microonde.
Non voglio sminuire l’offerta che possiamo trovare nei negozi, piuttosto credo nel potenziale di noi italiani e nella nostra capacità di riuscire sempre, nella nostra abilità nell’arrangiarci e, perché no, magari anche risparmiare qualche euro, visti i mesi bui che affronteremo con il caro vita di questo difficile 2023. Mi rivolgo anche a chi è intimorito dalla cucina. A chi non trova il coraggio di chiamare ospiti a casa perché la platea a cui rivolgerebbe la propria cucina, per quanto amichevole, può elevarsi a una corte di giudici, bravi a valutare ciò che porti in tavola come se fossi un povero concorrente di una puntata di Masterchef… A questi sfortunati cuochi che magari non hanno nemmeno molto tempo per cucinare. A chi si trova alle prese con una cena improvvisata, forse perché non è riuscito a prenotare il ristorante preferito. Cosa fai, dai forfait ad una cena tra amici? Non hai voglia né avresti il tempo per risolvere con una cena frugale senza dover per forza ordinare una pizza? No, è eticamente immorale!
È così che vi racconterò dell’ospite inatteso...nel prossimo articolo. Continuate a seguirci!
V.B.